Nel 1815 il vulcano Tambora,
in Indonesia, diede
luogo ad una delle
più grandi eruzioni con l’immissione
nell’atmosfera di
un’enorme quantità di polveri.
Queste si diffusero per tutto il
globo e si comportarono come
un filtro nei confronti dei raggi
solari, provocando una sorta
di piccola era glaciale che si
protrasse negli anni successivi.
L’estate del 1816, preceduta
da un inverno lungo e piovoso,
fu fredda e umida anche
in Europa. Il raccolto dell’uva
e del grano fu pessimo e la
mancanza di pane fece subito
esplodere la rabbia della gente,
esasperata dalla fame e
dalla drammatica situazione
dopo le guerre napoleoniche;
per mancanza di foraggio si
macellarono in gran quantità
maiali ma, spariti quelli, si cominciò
a mangiare di tutto,
dal gatto al muschio. La giovane
Mary Shelley, nell’estate
del 1816, era in villeggiatura
sul lago di Ginevra, in Svizzera,
ospite di lord Byron, insieme
al marito e altri amici
letterati. A causa del tempo
inclemente che impediva loro
di uscire, il gruppo di amici,
per passatempo, invece di giocare
a carte, decise di sfidarsi
a scrivere storie di fantasmi e
mostri e la Shelley scrisse
“Frankeinstein” che divenne
poi un classico dell’horror. È
curioso osservare come questo
romanzo debba molto non solo
al talento e all'inventiva
della sua scrittrice ma anche
ad alcuni eventi fortuiti di carattere
climatico che portarono
l'estate del 1816 ad essere
una delle più fredde della storia
e ad essere ricordata come
“l'anno senza estate”.